A Bruxelles per chiedere all’Europa di rispettare le promesse sul benessere animale

ALI, insieme ad altre organizzazioni per la protezione degli animali, eurodeputati e sostenitori, è stata davanti alla sede della Commissione Europea per chiedere di pubblicare la revisione completa della legislazione.

Pubblicato il 11/10/2023

Il tempo a disposizione sta terminando e permettere che una legislazione non aggiornata impedisca a milioni di animali di vivere un’esistenza dignitosa e il più possibile priva di sofferenza non dovrebbe essere un’opzione. È per questo che oggi, 11 ottobre 2023, abbiamo partecipato, insieme ad altre organizzazioni per la protezione degli animali, eurodeputati e sostenitori, a una manifestazione a Bruxelles, davanti al Palazzo Berlaymont, sede della Commissione Europea, per far sentire la nostra voce sulla necessità e urgenza di una revisione della legislazione sul benessere degli animali.

Le promesse non mantenute della Commissione europea

Nel 2020, la Commissione Europea si è impegnata a rivedere la legislazione sul benessere animale come parte della strategia Farm to Fork, ma a soli pochi mesi dalla fine del mandato politico, che scadrà a giugno 2024, ha annunciato che entro fine anno pubblicherà solo una delle quattro proposte promesse, quella riguardante il trasporto di animali vivi. In questo modo lascerebbe milioni di animali senza le tutele necessarie e ignorerebbe ciò che è stato chiesto da cittadine e cittadini europei.

L’attuale legislazione risale a oltre vent’anni fa e numerosi studi scientifici, compresi gli ultimi pareri dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, hanno evidenziato che le normative esistenti sono obsolete e insufficienti per proteggere il benessere degli animali in Europa. Ciò richiede l’urgente necessità di rivedere i regolamenti sugli animali allevati e sulla macellazione, ma la Commissione europea non è riuscita a fornire una tempistica nonostante una prima bozza del testo sia già trapelata ad aprile

Tra le proposte promesse, ci si aspetta che la Commissione riveli il suo piano d’azione per eliminare gradualmente le gabbie, in risposta a 1,4 milioni di cittadine e cittadini che ne hanno chiesto il divieto nell’iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age.

Chiediamo insieme una revisione completa della legislazione europea sul benessere animale

Gli eurodeputati Tilly Metz (Verdi/EFA, LU), Francisco Guerriro (Verdi/EfA, PT), Anja Hazekamp (The Left, NL), Manuela Ripa (Verdi/EfA), Petras Austrevicius (Renew Europe, SK), Niels Fuglsang (S&D, DK), Thomas Waitz (Verdi, AT) e Michal Wiezik (Renew), si sono uniti all’incontro e hanno pubblicamente invitato la Commissione europea a presentare la proposta completa, come promesso.

«Milioni di cittadini aspettano che la Commissione europea mantenga queste promesse ed è nell’interesse della credibilità delle nostre istituzioni europee non deluderli», commenta l’eurodeputata Tilly Metz.

L’appello è stato sostenuto dalla famosa etologa e ambientalista, Messaggera di Pace delle Nazioni Unite e fondatrice del Jane Goodall Institute, Jane Goodall: «Ogni anno, 300 milioni di animali senzienti vengono ingabbiati, confinati in allevamenti industriali in tutta l’UE. Questi sistemi sono obsoleti e causano immense sofferenze agli animali che sono in grado di provare frustrazione, paura e dolore. Sfortunatamente, sembra che la potente lobby dell’agroindustria si sia opposta a queste riforme disperatamente necessarie, perché per loro il benessere degli animali non è importante. Sembra che la presidente Ursula von der Leyen abbia ascoltato le grandi imprese, piuttosto che i milioni di cittadini dell’UE che sostengono il promesso divieto delle gabbie». Goodall ha anche chiesto pubblicamente alla presidente von der Leyen di incontrarla e discutere il problema.

Nelle ultime settimane, oltre 600 scienziati, più di 100 eurodeputati e circa 50.000 cittadini hanno chiesto alla Presidente della Commissione europea di rispondere alle richieste degli europei e di presentare la revisione.

Il momento è adesso: rivedere la legislazione sul benessere degli animali è la cosa giusta da fare

«Questa Commissione si è impegnata pubblicamente a migliorare il benessere degli animali. Eppure ora, in un momento cruciale, ci troviamo di fronte a un’ambiguità. Non abbiamo più bisogno del dialogo, non abbiamo più bisogno di valutazioni economiche e non ci accontenteremo di spiccioli. Abbiamo superato da tempo quelle fasi. Il benessere degli animali sta a cuore a milioni di cittadini che ora ritengono questa Commissione pienamente responsabile dell’impegno assunto per migliorare la vita di miliardi di animali in Europa. Il momento è adesso, come promesso. Rivedere la legislazione sul benessere degli animali è la cosa giusta da fare», dichiara Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals.

Domani, giovedì 12 ottobre 2023, il Parlamento Europeo ospiterà un dibattito su un’altra ICE, Fur Free Europe, che chiede il divieto di allevamento di animali usati per le loro pellicce e l’immissione dei prodotti in pelliccia sul mercato europeo. Il divieto dovrebbe essere incluso anche nel nuovo regolamento sugli animali allevati, rispondendo così alla richiesta di 1,5 milioni di cittadini.

«Negli ultimi mesi, l’industria zootecnica ha esercitato una fortissima pressione sulla Commissione per ostacolare questo percorso. — afferma Alessandro Ricciuti, presidente di Animal Law Italia — Nonostante la stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare abbia condannato l’utilizzo delle gabbie e spianato la strada per una coraggiosa riforma normativa, la Commissione sembra sul punto di cedere a queste richieste di parte, ritirando la parola data. Questo non deve accadere: i cittadini europei chiedono a gran voce una maggiore attenzione al benessere degli animali allevati e le Istituzioni devono rispondere in modo credibile a queste richieste. Noi di ALI ci impegneremo con forza per assicurarci che la più grande riforma a favore degli animali meno protetti vada avanti e venga approvata nel più breve tempo possibile. Si tratta di una richiesta di giustizia, basata su forti motivazioni etiche, che la rendono non più differibile».

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